La svolta epocale per il Palio delle Contrade ebbe vita nel 2006, alla settima edizione, grazie all’intuito dell’allora Presidente della Pro Loco Tamara Cetrangolo.
Tutti i rioni, per la prima volta, furono allestiti con i colori che li contraddistinguono; ogni balcone, vicolo, piazza fu adornato con bandiere, stemmi, araldi ed il clima Palio diventò ancora più spettacolare e coinvolgente.
Una novità sostanziale fu l’introduzione della prova di rappresentazione scenografica, che assegnò dei punti per la sfida serale in piazza Giovanni Paolo II. Una commissione giudicatrice premiò con dieci punti, per l’eleganza e la sobrietà, l’allestimento scenico del rione Paese che in un’ambientazione medievale, mostrò oggetti antichi, la finzione del grano pestato nei mortai in pietra, l’interpretazione di artigiani e ciabattini e l’eccezionale apertura al pubblico del frantoio di Palazzo Petrillo.
Secondi ex aequo, con sette punti, Tornito e Capolascala, mentre il Ponte chiuse quarto.
Anche l’anno successivo, ovvero il 2007, continuò sulla scia del precedente e mostrò un elevato impegno nelle sfide scenografiche e rappresentative.
Il rione Capolascala si aggiudicò dieci punti per aver rappresentato con maestria le tradizioni della cultura contadina, riproponendo la lavorazione delle “libbane” o piatti ormai in disuso, come le castagne con i fagioli.
Rispetto agli anni precedenti furono coinvolte moltissime persone, di tutte le età e ognuno mise a disposizione del gruppo il suo sapere e i suoi ricordi.
Tutto ciò avvenne anche al rione Paese, che con la messa in scena di un matrimonio medievale, incantò per gli abiti cuciti a mano dalle sarte locali e per l’uscita della sposa dalle scale di Palazzo Beati.
La giuria decise, tra qualche polemica, per la seconda posizione, mentre il Tornito, con un tema sulle superstizioni locali arrivò terzo e fanalino di coda di nuovo il Ponte.
Nel 2007 si concluse la scelta di assegnare i punti alle scenografie, poiché il tutto troppo incline al giudizio soggettivo della giuria, ma le contrade continuarono, anche negli anni successivi, a sfavillare dei propri colori stuzzicando l’inventiva e la fantasia dei contradaioli, desiderosi di essere originali ed eleganti rispetto ai loro “avversari”.
Nel 2008, nonostante non ci fossero punti in palio, ogni contrada mostrò il meglio delle proprie potenzialità.
Il Ponte fece rivivere, nel suggestivo Cenobio Bizantino, “ L’arrivo dei monaci e la nascita del primo borgo”, Capolascala aprì le porte alla “Vigilia della festa e della fiera della Madonna di Pietrasanta del lontano 1968”, mentre il Paese propose il tema del Brigantaggio e del rapimento del nobile Salvatore Florimonte.
Il Tornito decise di non mostrare “ la Vendemmia Sangiovannese” per un lutto nel rione.
Ormai lo scopo prefissato di coinvolgere la maggioranza dei contradaioli era stato raggiunto, il Palio delle Contrade non era solo una sfida in piazza ma un evento a tutto tondo, capace di passare dalla cultura alle tradizioni, idoneo per sviluppare e valorizzare ogni maestranza autoctona.
Dal 2009 fino al 2017 le serate del Pre Palio furono incentrate su un connubio tra gastronomia e spettacoli vari che passavano dai balli per i più piccoli a musical famosi.
Ma il fulcro delle serate Pre Palio in quel periodo fu sicuramente la rappresentazione teatrale della Compagnia dello Sfottò Popolare, dove gli autori Sandro Paladino, Lara Fariello e Viviana Ascolese attraverso delle commedie esilaranti, riuscivano a strappare sorrisi su tematiche prettamente locali.
“ U santu bisuognu” , “ Finchè c’è crisi c’è speranza” e la famosissima e riuscitissima “ 47 morto che parla”, sono alcuni titoli di testi teatrali che con ironia e schiettezza hanno inscenato spaccati del nostro paese, riscoprendo anche vecchie filastrocche o espressioni verbali in disuso.
Nicolina Laino, Raffaele Giannattasio, Giancarla Fariello, Salvatore Florimonte, con gli autori Sandro Paladino e Viviana Ascolese, sono stati alcuni degli attori protagonisti delle pièces, divertendo e divertendosi a sottolineare alcune realtà nostrane mediante l’apparente dissimulazione della sua vera natura.
Nel 2018 c’è stato un cambio netto nell’impostazione della Festa PrePalio.
Un gruppo di persone molto legate all’evento hanno proposto un cambio di impostazione della serata, puntando ad un salto di qualità visibile e tangibile.
Sara Marotta, presidente Pro Loco, con Lucia D’Angelo, assessore, hanno accettato con entusiasmo la sfida, attuando, anche concretamente, un sostegno non solo morale ma anche economico della proposta.
Ne sono nate due serate, svolte il 6 ed il 9 agosto, dove il fulcro non è stato solamente il brand gastronomico ma soprattutto quello culturale e storico.
“Le Terre dei Romei” organizzato dai rioni Tornito e Capolascala e “Porte aperte al Medioevo” allestito da Paese e Ponte, hanno puntato sulle maestranze locali di sarti, falegnami ed altri artigiani per mostrare che è possibile creare un turismo di quantità ma anche qualità, non puntando solamente sulle sagre culinarie ma incentrare il focus sui tantissimi squarci di storia locale, coinvolgendo tutta la popolazione ed i numerosi turisti ad essere attori protagonisti.
La strada intrapresa è sicuramente dura e laboriosa, ma son certo che è l’unico modo per cercare di creare un turismo diverso, capace di dare un sostegno concreto all’economia locale e a valorizzare il nostro centro storico.
di Sandro Paladino